9 aprile 2016

Favola sinistra


Non riuscì a resistere, si lasciò scivolare in mezzo ai cespugli e fu dentro il giardino. Vecchi alberi imponenti, con i rami strettamente intrecciati gli uni negli altri, fiancheggiavano un lungo, interminabile viale. Una statua di donna in marmo bianco era saldamente fissata a un blocco rupestre. Quello che aveva sentito leggere nelle Mille e una notte a proposito dei giardini e dei castelli incantati gli pareva realtà. Forse lì, lo avrebbero soccorso e sarebbe stato felice, come sempre succede nelle fiabe. Recitò una preghiera della sera e si avviò, pieno di fiducia, verso la statua di Andromeda che ornava il giardino. Doveva senz'altro trattarsi di un'affascinante principessa che un incantesimo aveva pietrificato. Le toccò un piede: era freddo come ghiaccio. La statua parve guardarlo con una strana espressione di malinconia nel chiarore lunare.
Il lungo viale era ancora immerso nell'oscurità della notte, che pareva ancora più fitta  per via dei contorni esterni, illuminati. Colonne di pietra sormontate da enormi sfere si susseguivano a distanza regolare l'una dall'altra. Le scambiò per nani posti a guardia della strada. Un identico viale bordato delle stesse figure si allungava nella direzione opposta. Tra i due c'era un lago dalle ripide sponde, nel cui mezzo sorgeva una piccola isola. Là, le foglie nei loro colori autunnali facevano pensare ai più magnifici fiori. Le luci che scendevano dalla facciata dell'edificio principale assumevano tinte incredibili, filtrando attraverso le tende colorate. Di là provenivano anche le note incantatrici. Si sarebbe detto che il viale non avesse fine, e anche in questo c'era un'aria di sortilegio.

(da Hans C. Andersen, Il violinista)

Un erasure poem è una poesia composta a partire da un testo, cancellandone alcune parti, senza modificare le parole che non si cancellano né la loro disposizione, e senza aggiungere nulla al testo di partenza.